Sentirsi bene con se stessi è un esercizio che inizia in cucina, tra le pareti domestiche.
Partiamo dal presupposto che l’essere umano, durante tutto l’arco della sua vita, cerca cibo per nutrirsi, soddisfare i suoi sensi e compensare i suoi vuoti emozionali.
Se mangiamo molti cibi animali, quali la carne e molti cibi salati come i prodotti da forno che sono molto contrattivi, per ritrovare un equilibrio alimentare saremo attratti da alimenti estremamente espansivi come gli zuccheri, gli alcolici, il caffè, i dolci.
Non a caso mangiare carne, sale e zucchero in eccesso, determina un aumento dell’ipertensione arteriosa, delle malattie cardiache e del diabete.
In particolare, l’ipertensione fisica è strettamente connessa a quella psichica, cioè l’elevata pressione sanguigna corrisponde a uno stato mentale di tensione e ansietà.
Anche il mangiare in eccesso è un modo per diminuire la propria sensibilità, riducendo la possibilità di sentire l’ambiente circostante, creando meno apertura verso gli altri.
Si mangia troppo quando si cerca qualcosa che si fa fatica a trovare nella vita: vi sono persone che inconsciamente mangiano più del necessario perché cercano di non sentirsi più vuote, sole, annoiate, spaventate. Mangiare troppo serve a riempirsi, intontirsi, provare protezione e calore.
Nei paesi industrializzati la maggior parte delle persone mangia in questo modo, ma questo sistema fa consumare più energia di quanta ne occorrerebbe se consumassimo alimenti più centrati che eviterebbero al nostro organismo di fare gli straordinari, con conseguente riduzione di spreco e di stanchezza.
Il consumo eccessivo di proteine, grassi animali, sostanze eccitanti e zuccheri semplici, ovvero, formaggi, carni, salumi, uova, crostacei, caffè, alcolici, dolci, crea una situazione di iperacidosi.
Per controbilanciare questa situazione è necessario assumere alimenti che molte persone consumano malvolentieri ed in quantità limitate, come frutta (sia secca che fresca), verdura, yogurt, latte (preferibilmente di riso, soia, mandorla, cocco), acqua naturale, ma anche cereali interi integrali (riso, farro,
grano saraceno, quinoa, miglio, ecc..) e legumi secchi o freschi (lenticchie, ceci, piselli, fagioli, azuki verdi, fave, ecc..).
Se una dieta equilibrata è parte di un modo di vivere equilibrato, una dieta squilibrata corrisponde ad un comportamento disordinato.
Il modo in cui le persone scelgono cosa mangiare è determinante per il loro comportamento.
Il legame tra cibo e comportamento è di per sé semplice ma si è complicato a causa delle nuove abitudini alimentari estreme che spingono l’essere umano a compiere azioni estreme ed innaturali.
Molte persone sono consapevoli di non mangiare correttamente, ma il loro problema è quello di non assegnare al cibo più importanza di tante altre cose della loro vita.
Di conseguenza, se hanno molto da fare, se sono depressi, disturbati, o se vogliono semplicemente lasciarsi andare, è quasi sempre l’alimentazione a farne le spese.
Non capiscono e probabilmente non sanno che ciò che mangiano si ripercuote su ciò che pensano, sentono e fanno, incatenandoli in un circolo vizioso che non ha mai fine.
Riscoprire il piacere di cucinare per sé stessi aiuta a sentirsi bene, a socializzare (se preparo qualcosa che mi soddisfa posso invitare qualcuno) e ad interrompere la dipendenza con la propria “madre chioccia” e vivandiera.
In fin dei conti ognuno di noi porta dentro di sé un piccolo chef che non vede l’ora di esprimere la sua creatività.
Dott. Maurizio De Santis